Raccontiamo per intero una vicenda che ha commosso il web e di cui ATtACcheteArBus ha avuto un ruolo: le bigliettatrici instancabilidi infoATAC.
Tutto inizia domenica 5 febbraio 2017 quando @mercurioPsi ci segnala l'anomalia del messaggio:
il modello di biglietteria automatica in questione è quello a cristalli liquidi, il messaggio in questione in lingua inglese.
Lunedì 6 febbraio 2017, Metro B, fermata EUR Palasport, direzione Laurentina: prima di imboccare le scale dell'uscita scorgiamo una delle macchinette in questione.
il modello di biglietteria automatica in questione è quello a cristalli liquidi, il messaggio in questione in lingua inglese.
Lunedì 6 febbraio 2017, Metro B, fermata EUR Palasport, direzione Laurentina: prima di imboccare le scale dell'uscita scorgiamo una delle macchinette in questione.
Il display visualizza messaggi in lingua italiana, selezioniamo la lingua inglese con l'apposito tasto...
Incredulità e sconcerto.
La macchina non riposa (Machine does not rest) piuttosto che non dare resto.
La macchina non riposa (Machine does not rest) piuttosto che non dare resto.
Segnalarlo ad InfoATAC non sarebbe stato possibile, visto che qualche addetto 'con la mano pesante' ha provveduto a silenziare il nostro account, pratica abusiva che da diverso tempo denunciamo.
Mandiamo dunque foto e segnalazione ai nostri amici di OdisseaQuotidiana che prontamente pubblicano un articolo in merito e aggiungono la loro voce alla nostra su twitter.
Il tam tam sul web diventa inarrestabile: tra condivisioni e retweets
alcuni giornali cominciano a battere la notizia: il Messaggero, adnkronos tra i primi e poi a ruota gli altri.
La storia finisce (forse) mercoledì 8 febbraio con la conferma che dopo il tam tam mediatico qualcuno in ATAC si è mosso e la macchinetta invece di 'non riposare' adesso 'non eroga il resto'.
Tutto è bene quel che finisce bene?
Assolutamente no: il nostro account twitter, come quello di tanti altri utenti è ancora bloccato in modo ingiustificato e abusivo dagli addetti InfoATAC. Ne prendiamo atto e continuiamo a lavorare per mettere in evidenza la pochezza e la disorganizzazione di questa gente.
Concludiamo il racconto con la risatina di infoAtac che assicura che tutti i messaggi sono stati corretti...anche se in giro per Roma ci sono ancora diversi cartelli di ATAC in inglese maccheronico.